Cinema Centrale

Il Cinema Centrale, situato in Piazzale della Macina 10, in pieno centro storico parmigiano, dalla capienza massima di 800 posti, tra il 1940 e il 1945 vive due momenti sostanziali.

Se agli inizi dell’entrata in guerra dell’Italia, i film proiettati sono in buona parte prodotti e girati negli Stati Uniti, gradualmente la programmazione si orienta verso film propagandistici italiani e tedeschi

Nel 1940, numerosi, infatti, sono i film di origine statunitense, da La gloriosa avventura (Henry Hathaway, 1939) con Gary Cooper, alla pellicola horror Il figlio di Frankenstein (Rowland V. Lee, 1939). I lungometraggi sono spesso abbinati a corti animati come Il rivale di Topolino (Wilfred Jackson, 1936), proiettato al termine dello spettacolo principale. A concludere l’anno, appare anche un western di John Ford, Ombre rosse (1939). Alla fine di luglio dello stesso anno, ad un mese di distanza dall’ingresso italiano nel Secondo conflitto mondiale, la rivista La voce del pubblico riporta quanto risultasse necessario trovare escamotage per l’esibizione di film angloamericani e francesi: il “trucco” divenne “scancellare” dai manifesti, così come dalle pellicole, nomi e riferimenti culturali legati al nemico. Il clima della guerra europea comincia a riflettersi nel mercato cinematografico.

Ad accompagnare le produzioni estere, il Cinema Centrale propone anche film italiani come la commedia con Macario Il pirata sono io! (Mario Mattoli, 1940) e L’assedio dell’Alcazar (Augusto Genina, 1940), un prodotto di propaganda sulla guerra civile spagnola. L’anno successivo le opere propagandistiche aumentano esponenzialmente e nel Corriere Emiliano tali film vengono lodati e consigliati alla visione. Nel giugno 1941 viene proiettato Ohm Kruger l’eroe dei boeri (Hans Steinhoff, 1941). Di produzione tedesca, questo film propagandistico vinse la Coppa Mussolini come Miglior Film Straniero. Il biopic tedesco, dedicato al politico sudafricano Paul Kruger, viene definito dal giornale locale “un tutto esaurito segnano le programmazioni del capolavoro della cinematografia tedesca: «Ohm Kruger». La spettacolare ricostruzione della vita dell’eroe boero e la sua lotta generosa contro la barbarità inglese”[1]. Altro film uscito nella sala del Centrale nel 1941, è Suss l’ebreo (Veit Harlan, 1940), film sempre di produzione germanica, strumento della propaganda antisemita nazista (anche in questo caso viene ospitato alla Mostra del Cinema di Venezia). Questa pellicola viene descritta dal “Corriere emiliano” come “magnifica”, “il primo grande film della stagione”.  Gli apparati di regime acclamano quest’opera di dichiarato razzismo; studi più recenti hanno ricostruito l’emergenza di episodi di violenza contro la comunità ebraica proprio in relazione alla pellicola di Harlan.[2]

Nonostante la massiccia propaganda fascista e nazista (vedi sulla scheda Super Cinema Orfeo la proiezione di Harlem), i film statunitensi non scompaiono totalmente: alcuni esempi sono La taverna della Giamaica di Alfred Hitchcock (1939), appartenente al genere avventuroso, e L’eterna Illusione di Frank Capra (1938), film commedia già vincitore di due Premi Oscar.

A popolare questa sala, dal ’41, così come nei successivi anni fino al termine della guerra, sono per lo più film italiani, appartenenti al genere della commedia, in minor quantità, Teresa Venerdì (Vittorio De Sica, 1941 e proiettato l’anno stesso) o, in netta maggioranza, al filone drammatico nella declinazione bellica o storica. Ad ottobre 1941 viene mostrato un film sulla guerra in corso: La nave bianca di Roberto Rossellini, realizzato con la supervisione ed il contributo del Ministero della Marina che ha reso possibili le riprese in ambientazioni reali, invece che in ambienti ricostruiti in studio[3]. Nel genere drammatico, impossibile non citare la doppietta di Camerini, nel 1942 con Una storia d’amore e nel 1944 con T’amerò sempre con Anita Valli, remake di un suo omonimo film girato 10 anni prima.

Nel 1943, si affianca alla produzione fascista l’esordio, che il Cinema Centrale propone (insieme al Cinema Orfeo, vedi scheda), del Centro Cattolico Cinematografico (CCC) con il film Pastor Angelicus (Romolo Marcellini, Luis Trenker non accreditato, 1942), documentando la figura e l’attività di Papa Pio XII. Tutto il film segue la quotidianità e la straordinarietà della vita del religioso da semplice cardinale fino alla solenne celebrazione in San Pietro.

Nel 1944, grande importanza viene data al kolossal Il barone di Münchhausen, trasmesso sia al Centrale che al Lux (si veda scheda). Realizzato a partire dalle direttive del Ministro per la Propaganda Joseph Goebbels che avvia la produzione di Münchhausen in occasione della celebrazione del 25º anniversario della nascita dello studio cinematografico UFA. Il film viene distribuito in un momento cruciale per il regime: dopo la sconfitta subita nella battaglia di Stalingrado, il film propagandistico aveva il fine rinvigorire il popolo tedesco, fornendo anche uno strumento di evasione dagli orrori della guerra e per distogliere l’attenzione dal declino della potenza militare dell’Asse.

Negli anni della Seconda Guerra non era raro, infatti, trovare film epici/fantastici che avessero la funzione di distrarre il pubblico dal contesto che li circondava. Anche l’Italia si cimenta in questo genere, ed il Cinema Centrale proietta il film vincitore della Coppa Mussolini La corona di ferro (Alessandro Blasetti, 1941), bizzarra opera fantasy che promuoveva la causa del pacifismo.

 

 

[1] Echi di spettacoli, Corriere Emiliano (Gazzetta di Parma), 8 giugno 1941, p.6

[2] David Stewart Hull, Film in the Third Reich: A Study of the German Cinema, 1933-1945, University of California Press, 1969, pp. 168-172

[3] Gran parte del film è stata girata sulla nave ospedaliera Arno e su una nave da guerra. Il cast, composto da attori non professionisti, erano in maggior parte membri dell’equipaggio della nave ospedaliera.

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