Il Cinema Teatro del dopolavoro, situato in Viale Basetti (dove oggi c’è il Teatro Due), viene inaugurato il 29 settembre 1939; questo spazio adotta una programmazione mista con apertura occasionale, alternando spettacoli teatrali a proiezioni cinematografiche. I suoi locali diventano la sede della compagnia dei Fratelli Clerici che inscenano commedie dialettali di rivista come L’avochet Cicoria o la satira del genio musicale Peppino Verdi. I biglietti per questi varietà erano prenotabili al Bar Clerici di Borgo S. Ambrogio. Il Dopolavoro ospiterà questa compagnia e i loro spettacoli regolarmente alternandole a eventi musicali: ad esempio, il 19 settembre 1940 si terrà una serata “della canzone” dalla durata di due ore e mezza che vedrà avvicendarsi, tra gli altri, Vignali e la sua orchestra e Elda Greci, “bambina prodigio del canto”. Quando i Clerici calcheranno i palchi italiani in tournée nazionali (con Tina Pica come primattrice), verranno rimpiazzati dalla Compagnia Bagnoli-Ferrante o dai Montacchini-Lanfranchi che organizzeranno spettacoli in onore delle truppe di stanza nella città. Oltre a musica e teatro, il Cinema Teatro del Dopolavoro ospita nei suoi locali anche le proiezioni organizzate dal Cineguf, organizzazione universitaria fascista legata alla divulgazione della cultura filmica nata su iniziativa di Galeazzo Ciano. Vengono così programmate opere provenienti da diversi paesi: limitandoci all’anno 1940, possiamo segnalare i tedeschi Fuggiaschi (G. Ucicky, 1933) e I Nibelunghi: Sigfrido (F. Lang, 1924), il drammatico italiano Rotaie (M. Camerini, 1930), il francese Sotto i ponti di Parigi (R. Clair, 1930), lo statunitense Becky Sharp (R. Mamoulian, 1935) o documentari Luce sulla guerra di Spagna. Tra gli eventi di regime è interessante segnalare nel novembre 1940 una proiezione di filmati di propaganda organizzata per 500 iscritte alla GIL femminile. Gli sviluppi bellici inizialmente non sembrano limitare l’internazionalità delle proiezioni scelte del Cineguf: il 1941 vede in programma gli statunitensi Proibito (F. Capra, 1932) e Susanna (H. Hawks, 1938) e i francesi Alba Tragica (M. Carné, 1939) e Il bandito della Casbah (J. Duvivier, 1937), entrambi con Jean Gabin. Tuttavia, gli effetti del conflitto sul suolo nazionale hanno delle ripercussioni anche sulla scelta delle pellicole: dopo il Cineguf, il Cinema Teatro del Dopolavoro apre una collaborazione fissa con l’Istituto di cultura fascista che organizza nel marzo 1941 rassegne di documentari tedeschi con ingresso libero e la possibilità di fare donazioni il cui ricavato andrà destinato all’acquisto di lana per i soldati al fronte. L’istituzione di regime organizza anche proiezioni di cineattualità legate agli eventi bellici riservate ai militari e nell’aprile del 1942 viene mostrato Fronte interno, una produzione che elogiava l’azione della protezione antiaerea tedesca. L’evento viene organizzato dall’UNPA (Unione Nazionale Protezione Antiaerea) locale, tra il pubblico presenziano le squadre dei gruppi rionali “S. Vaga” e “Ungherini Robuschi”. Dopo l’8 settembre 1943 il Dopolavoro continuerà a offrire spettacoli di varietà gratuiti per distrarre “le masse operaie” dalle sofferenze dell’occupazione: è curioso segnalare che nel febbraio 1944, viene messo in scena lo show del “fachiro bianco” e della sua compagnia d’arte, un articolo de La Gazzetta di Parma sottolinea che il perfomer è “un vecchio squadrista, noto anche all’estero per i suoi sentimenti patriottici”[1]. Il Cinema Teatro Dopolavoro continuerà la sua attività anche a ridosso della Liberazione proiettando nel febbraio 1945 film di propaganda come Harlem (C. Gallone, 1943). Nel 1946 diventerà il Cinema Enal.
[1] La Gazzetta di Parma, 13 febbraio 1944.