Scuole elementari “Jacopo Sanvitale”

Nel 1940 le scuole elementari J. Sanvitale  accolgono circa 750 alunni nella parte di uno stabile riadattato, adiacente al Palazzo della Corte d’Appello, con ingresso in vicolo San Marcellino e in Strada al ponte Caprazucca. Fabbricato certamente inadeguato se, a più di un maestro che vi sta insegnando, la scuola appare “diroccata e ineguale”, dalla “conformazione irrazionalissima, tutta corridoi stretti e lunghi facenti giri viziosi”, con “aule fredde e scure” che talvolta si allagano in seguito a piogge o disgelo e pertanto risultano inabitabili per parecchi giorni.

Come per altri edifici scolastici, i locali vengono utilizzati dal gruppo rionale fascista  per le adunate, per le audizioni radiofoniche e le proiezioni cinematografiche.

Varie e numerose sono le iniziative per la “nazione in armi”. Anzitutto in ordine alla  sensibilizzazione  sulle vicende belliche che in molte classi, anche femminili, avviene leggendo abitualmente il bollettino di guerra e compilando il Libro della Patria con articoli, illustrazioni, disegni; ma soprattutto  con l’attivismo solidale  nella raccolta autarchica dei materiali di recupero, come anche  nella mobilitazione per soldati al fronte o feriti, per sfollati e sinistrati. Accanto all’adesione alla proposte della G.I.L. (libri per soldati, giornata della frutta, settimana del fazzoletto, settimana del quadrato di lana, indumenti per bisognosi, etc.) l’intraprendenza nel raccogliere fondi si esprime con l’organizzazione di “trattenimenti” a offerta libera con recite, canti, musica, ginnastica.
Si segnalano due episodi di attività  svolte durante le esercitazioni di lavoro previste per le classi 4^ e 5^ (scuola del lavoro) riportati a scopo edificante  sulla stampa locale. Le bambine  nella primavera del 1941 vengono impegnate in un lavoro di confezionamento di indumenti di lana; nel novembre 1942 i maschi sono occupati nella costruzione di mobili per una  cameretta di bambini; i manufatti sono messi a premio di una lotteria, il cui ricavato (Lire 1500) viene fatto pervenire alla Federazione dei Fasci femminili per  allestire pacchi pro combattenti.

Nell’ottobre 1944 l’edificio viene requisito per scopi militari dalla “Brigata nera” del fascismo repubblicano.

L’inizio del nuovo anno scolastico si caratterizza per le  poche iscrizioni e per la scarsa e irregolare frequenza degli alunni. Le lezioni si tengono presso le aule Scuola Media A di via Benassi, in orario pomeridiano fino all’incursione aerea dell’8 novembre che danneggia le scuole situate nella zona di piazzale Rondani. Nuovo trasloco, quindi, fino all’inizio delle vacanze natalizie, nei locali delle elementari  Mazza di via Saffi, sede molto distante che accentua le assenze.  In gennaio la ripresa delle lezioni avviene presso i locali dell’Istituto Tecnico di via Farini e successivamente nelle aule della Scuola media B presso l’Orfanotrofio maschile di via Rondani.

In seguito alla Liberazione, l’edificio di Strada al ponte Caprazucca si presta a far fronte all’emergenza di sinistrati e sfollati come sistemazione provvisoria. A ottobre 1945 buona parte  del fabbricato è ancora occupata da famiglie di sinistrati, l’altra parte viene restituita all’attività scolastica, pur con turni alternati per le sezioni maschili e femminili.

Il commento di molti insegnanti sulle aule assegnate è simile allo sfogo della maestra Bice Grossi, datato 1 novembre 1945:

vetri rotti, aule sudice, porte che non chiudono. Siamo tanto miserabili, è vero, ma non si poteva fare qualche indispensabile riparazione in tempo? Dà un senso di infinita tristezza vedere i nostri bimbi in simili ambienti! Povera scuola, sempre Cenerentola d’ogni situazione”.

Per uno sguardo  complessivo del periodo si veda

SCHEDA GENERALE “SCUOLE DI PARMA DURANTE LA GUERRA”

 

 

 

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