Testimonianza di due sopravvissuti ai bombardamenti del 15 settembre 1944, tratta da Barbieri, op. cit., p. 342.
“Era un settembre chiaro, il cielo era terso quando alle ore 15, senza che fosse stato dato alcun preallarme, si videro comparire alcuni aerei provenienti da Nord. Rapidissimi lasciarono cadere un grappolo di bombe presso la fornace Rdb ove io mi trovavo e sopra le abitazioni popolari attigue, site sulla via per Montauro (ora via d’Acquisto), creando un enorme cratere nel cortile di una casa. Continuando il loro volo quasi radente i caccia piombarono sopra la stazione ferroviaria e scaricarono ancora il loro peso micidiale; infine centrarono la fornace Sals, vicino all’altra, con le case adiacenti. L’azione aerea era durata pochi minuti, ma costò la vita a più di venti persone innocenti e ne ferì moltissime altre”.
“Mi trovavo nel cortile del caseggiato che ospitava, tra le altre, la famiglia Copelli, allorché fummo tutti sorpresi dall’arrivo dei caccia. Io feci in tempo ad entrare in casa mia, avendo lasciata la porta aperta, venni investita da alcune schegge. I Copelli invece furono sbattuti contro i muri dallo spostamento d’aria e la signora Ines, con due figli, Giorgio e Franco, morì all’istante. Carlo invece, il figlio maggiore, si trovava nella fornace e, uscito per accertarsi dell’accaduto ed entrato in casa, subì la sorte degli altri. Il primo a rinvenire i corpi straziati fu il padre Luigi che, divenuto quasi pazzo per il dolore, dimenticò completamente se stesso ponendo praticamente la sua dimora nel cimitero tanto che il 24 giugno del ’45, sfinito dalla sofferenza, trovò la pace eterna tra i suoi cari. La moglie aveva appena 30 anni. I figli Carlo, Giorgio e Franco rispettivamente 8, 7 e 5 anni.