25 aprile 1944

Descrizione

Dopo i bombardamenti del 23 aprile, molti parmigiani decisero di abbandonare la città, sfollando in campagna, un fenomeno che si sarebbe aggravato nei giorni successivi, come riporta infatti una relazione coeva della Militarkommandantur 1008 di Parma: “Gli attacchi aerei delle ultime settimane hanno portato un peggioramento dello stato d’animo della popolazione più grave di quanto si temesse ed un fuga precipitosa dai capoluoghi di provincia che ha paralizzato la vita pubblica”.

Due giorni dopo, il 25 aprile, una nuova incursione – questa volta più pesante – colpì nuovamente la città. Il 98° schieramento bombardieri del 15° squadrone della Air Force statunitense, che inizialmente aveva come obbiettivo la città di Varese, a causa delle cattive condizioni metereologiche virò su Parma, mirando al ponte ferroviario che collegava i centri di smistamento merci est ed ovest. In 10 minuti i bombardieri sganciarono 149 ordigni altamente esplosivi, colpendo ampie aeree dell’abitato.

Particolarmente gravi furono i danni causati nelle zone attigue a piazza Garibaldi, piazza della Steccata e piazza Ghiaia. Anche l’Oltretorrente subì alcune devastazioni, tra le quali il crollo di buona parte della chiesa di Santa Teresa di Gesù (o d’Avila) e di un ala dell’Asilo “Guadagnini”, entrambi siti in borgo Tanzi.

Al termine dell’azione si conteranno centinaia di edifici distrutti o danneggiati, 133 vittime e almeno 150 feriti. La “Gazzetta di Parma” qualche giorno dopo pubblicò un ironico trafiletto rivolto al concittadino Arturo Toscanini, che da diversi anni viveva e lavorava negli Stati Uniti, dove aveva acquisito un certo prestigio. In città, infatti, si era diffusa una la speranza che proprio Toscanini, data la stima goduta in America, avesse protetto la “sua” Parma dai violenti attacchi aerei che stavano colpendo il resto del Paese. Una diceria che era stata clamorosamente smentita dai bombardamenti del 23 e del 25 aprile. Il trafiletto faceva beffe di questa voce e, anzi, individuava nel celebre direttore d’orchestra una responsabilità morale dell’accaduto.

Grazie, Toscanini! (Gazzetta di Parma, 28 aprile 1944)

I “liberatori” acquistati con i dollari raccolti nei concerti di “beneficenza” in cui hai profuso la tua insuperabile arte, hanno seminato la distruzione e la morte sulla tua città.
Grazie, grande concittadino, grazie a nome dei bimbi, delle donne, dei lavoratori straziati dalle tue bombe.
Grazie per le Chiese, per le casse, per le strade della tua Parma distrutte e sconvolte.
Grazie per questo messaggio di morte che ci hai mandato di lontano, dalla tua comoda casa di oltreoceano forse in un momento di… nostalgia.
E con te ringraziamo anche gli ammiratori – eterni illusi – che ti credevano il Dio protettore della loro vita e della loro Parma!
Grazie, le bombe hanno spezzato un diaframma di menzogne, dietro al quale è possibile a tutti finalmente vedere la tua anima immonda di rinnegatore della Patria.

Testimonianza di Giovanni Copertini, professore e storico dell’arte (tratto da M. Pellegri, Parma 1943-1945, op. cit.):

[La chiesa di Santa Teresa di Gesù” era di scarso interesse artistico per l’architettura, ma preziosa per gli affreschi, eseguiti da Sebastiano Galeotti per le figure e dai due Natali per le ornamentazioni scenografiche: fu colpita da una bomba nella parte meridionale. Erano rimasti intatti gli affreschi della medaglia di centro, quelli delle volte a nord, a est e a ovest e inoltre le decorazioni parietali, eccetto quelle del presbiterio. Poiché il tetto soprastante le pareti non demolite era rimasto quasi intatto nella sua struttura, così, se si fosse provveduto immediatamente a riadattarlo, gli affreschi si sarebbero salvati.
Invece si lasciò la chiesa in balìa dei predatori, i quali, asportato l’asportabile, un giorno diedero l’assalto alle capriate e le trafugarono. Le volte in muratura rimasero a cielo scoperto. Le intemperie iniziarono la rovina delle pitture incantevoli per fantasia scenografica, per ardimento di scorci, per padronanza del moto e dell’atmosfera, per leggiadria di tipi e grazia di raggruppamenti. Le infiltrazioni piovane disgregarono il colore e fecero staccare dal supporto e poi precipitare larghe zone di affresco.
Così perì il capolavoro del Galeotti: “L’apoteosi di S. Teresa”, eseguita nella medaglia centrale. Le Autorità civili, artistiche e religiose assistettero, senza muoversi, alla rovina.

Testimonianza della bidella dell’Asilo “Guadagnini”, sig.ra Marcotti (tratto da V. Barbieri, La popolazione civile, op. cit.):

“Quel giorno nell’asilo c’erano circa 40 bambini che al momento dell’incursione aerea si trovavano nel cortile a giocare insieme alle assistenti laiche e ad alcune suore provvisorie. All’inizio del bombardamento, invece di correre nel rifugio, le assistenti e i bambini si ripararono all’interno dell’asilo. Solitamente era la cantina, più comoda e più facile da raggiungere per noi, che fungeva da rifugio. Fortunatamente quella parte dell’edificio ove c’erano i bambini non venne colpita; la parte opposta invece, ove sorgeva l’appartamento della direttrice annesso alla chiesa, venne centrato da una bomba che uccise la direttrice stessa, signora Gelini Elvira, sua figlia e la donna di servizio, signora Marcotti Rosina, mia figlia.
Cessato l’allarme, i parenti dei bimbi corsero a ritirarli mentre i pompieri ed i volontari iniziavano le ricerche tra le macerie per sincerarsi che non ci fosse qualche vittima oltre le tre suddette”.

133 vittime, 150 feriti Nomi noti delle vittime: Anna Ambarelli, Anna Ambrosetti, Enzo Ambrosetti, Igilda Ambrosetti, Elvira Baiocchi, Elisabetta Bandera, Anna Barantani, Mina Bedodi, Ferruccio Belli, Erminia Benecchi, Francesco Benvenuti, Ermina Bergamaschi, Arnaldo Berselli, Lidia Berselli, Aldegonda Bimbi, Corneglia Bimbi, Ida Bissani, Irene Bocchi, Teresa Boschi, Pietro Bizzolari, Matilde Burani, Igilda Cassi, Annetta Compiani, Aristea Cosetti, don Giovanni Comaschi, Fioravante Dardani, Dante Dazzi, Ettore De Felice, Alfredo Dini, Giuseppe Fanfoni, Angiolina Fava, Carmen Fava, Romano Fava, Carlo Alberto Ferri, Maria Ferri, Virginia Ferri, Fausto Fietta, Icilio Fietta, Domenico Flauto, Bruno Florian, suor Carolina Fontana, Giuseppe Fontanoni, Francesca Frangapane, don Andrea Frattini, Ferruccio Furlotti, Vittorio Carella, Merope Gastaldi, Elsa Gavazzoli, Brunella Gellini, Iole Genga, Guglielma Gerbella, Annibale Ghelfi, Giuseppe Gibertini, Carlo Giuffredi, Luisa Gobbo, Alberto Grandinetti, Adolfo Gravani, Bianca Kobav, Eleonora Kobav, Rosa Iocobelli, Luigi Isola, Ubertino Jelmoni, Adelcisa Jemmi, Pier Giacomo Jemmi, suor Anais Lacaste, Mario Lavelli, suor Marcella Lemane, Caterina Lombardi, Anna Maria Lucchetti, Giuseppina Maestri, Agostina Magnani, Dante Magnani, Guido Magnani, Rosaria Magnani, Elvira Marchesi, Margherita Marchesi, Aldina Marchi, Elvira Marchi, Rosina Marcotti, Angela Mosotola, Ermelinda Melegari, suor Carolina Menghini, Amedeo Merlini, Giovanni Minelli, Amelia Montanari, Eliseo Mora, Corrado Mori, Bianca Mucciarini, Umberto Musiari, Lodovico Negri, Giuseppe Nuzzo, Giuseppe Paini, Palmira Pellistri, suor Giuseppina Perazzoli, don Pietro Piccinotti, Ernestina Politti, Attilio Preti, Giannina Raffi, Gino Reggiani, suor Emma Riccardi, Raffaele Riccò, Alessandrina Romani, Antonio Sanolla, Maria Santonastaso, Ennio Savi, Ubaldo Selva, suor Chiara Stefanini, Maria Strozzi, Carolina Tarasconi, Dante Tarquini, Giuseppe Terzi, Giuseppe Tomasi, Rina Tomasini, Amadio Tosi, Francesco Tosi, Gustavo Ugolotti Verdoni, Redenta Ursino, Socrate Usberti Calligola, Maria Vaghi, Afra Vallara, Eugenia Ventura, Adele Vigevani, Anna Villatora, Odilia Zaccarini, Giovanni Zamboni, Carlo Zanichelli, Erminia Zilioli, Riccardo Ziliotti, Teresa Zucchi.

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