2 maggio 1944

Descrizione

Poco dopo mezzogiorno del 2 maggio, Parma fu colpita da un terzo grande bombardamento. Anche questo aveva come obbiettivo il centro smistamento merci a ovest di Parma, in modo da impedire il rifornimento delle truppe tedesche stanziate al fronte. Ventinove B-24 del 460° schieramento bombardieri lanciarono 232 ordini altamente esplosivi. A differenza dei precedenti bombardamenti, questa volta l’obbiettivo fu pienamente colpito. Le distruzioni infatti coinvolsero in buona parte l’area ferroviaria. Le conseguenze più drammatiche si ebbero nell’abitato di Cornocchio, situato a pochi chilometri di distanza dalla stazione ferroviaria, dove un grappolo di bombe colpì in pieno un rifugio antiaereo, uccidendo circa 60 persone. Sempre qui, furono uccisi un centinaio di viaggiatori di un treno costretto a fermarsi in seguito all’allarme, scesi alla ricerca di un riparo. In totale si contarono almeno 154 morti. Sul luogo della tragedia oggi sorge un monumento in memoria delle vittime della strage.

Testimone anonimo (riportata in V. Barbieri, La popolazione civile di Parma, op. cit., pp. 75-76).:

“Erano le 10.30 [in realtà le 12.30 ndr] di un giorno nuvoloso, abbastanza caldo. Il vento alitava appena sulle tenere foglie dei salici piangenti e dei pioppi. I giardini erano in fiore e noi riprendevamo a vivere dopo i rigori dell’inverno e le paure dell’aprile: tutto ci appariva bello e l’ansia di vita era tanto forte in ciascuno di noi. Improvvisamente una squadriglia di cacciabombardieri comparve tra la nuvolaglia, puntò come un segugio sul treno in transito che fece appena in tempo a fermarsi, quindi, dopo un rapido cerchio nell’azzurro del cielo, scese in picchiata lasciando cadere il suo micidiale carico di bombe piccole e medie sui binari, sul treno e sul rifugio ormai pieno zeppo di persone. Normalmente esso accoglieva gli abitanti del piccolo gruppo di case del Cornocchio tutte le volte che suonava la sirena. In questa occasione però vi erano corsi disperatamente anche moltissimi viaggiatori del treno in transito ed alcuni operai che lavorano per le ferrovie: il disastro fu enorme.

154 vittime circa, 250 feriti circa. Nomi noti vittime: Natale Banfi (47), Giovanni Baroni (31), Dina Bernardi (31), Eugenio Bernardi (47), Cosmo Del Pasqua (32), Giuliano Finetti (8), Maurizio Finetti (20), Ferdinando Freddi (60), Ambrogio Lorenzola (55), Giacomo Pederzani (58), Adalgisa Raffaini (41), Pietro Scaravelli (64), Franco Agnelli (9), Camillo Atti (57), Ariella Allegri (43), Enrico Boldrini (26), Antonio Borsellini (22), Carolina Bonazzi (51), Luigi Cappellazzi (12), Artemisia Cavazzini (21), Dario Cavazzini (60), Lodovico Cavazzini (48), Enrico Daolio (25), Bianca Dardani (33), Ugo Ferrari (39), Virginia Fontana (67), Stefano Frati (22), Lorenzo Gasparella (44), Francesco Gazzoni (41), Stefano Iotti (22), Domenica Lazzari (37), Elena Marena (11), Luisa Marena (9), Luisa Medioli (46), Pietro Martini (38), Alberto Montagna (63), Alberto Montesi (26), Andrea Negri (26), Olga Paini (4), Renzo Paini (18), Rosetta Paini (4), Umberto Paini (48), Giovanni Pellegrini (22), Albertina Poletti (47), Adele Raffaini (33), Alberto Raffaini (12), Rinaldo Raffaini (10), Maria Romanini (25), Adelina Romanini (17), Carmen Romanini (21), Alda Romanini (19), Attilio Romanini (66), Alide Romanini (25), Celina Saccani (51), Otello Santi (19), Angela Scarica (72), Lucia Soncini (41), Fermo Spocci (34), Adalgisa Valenti (66), Redegonda Zerbini (54)

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