I NOMI, LE STORIE, LA STORIA
Nella bacheca:
A sinistra: l’internato Giovanni Orlandi rimase senza contatti con la famiglia per tutta la durata della prigionia. Nella tarda estate del 1946 ricevette le prime notizie da casa: nel frattempo era venuta a mancare la madre. I solchi tracciati dalla guerra e dalla prigionia rendevano il ritorno ancora più difficile. Per questo il tentativo di ricostruire i legami amicali e comunitari fu per gli internati di vitale importanza. Ciò è testimoniato dalla lettera della sezione del PCI di Mezzani, che proiettava Orlandi nella vita che doveva ricominciare.
Al centro: Rina Ghinelli, giovane operaia, rimase vedova poco più che ventenne. Il marito, internato militare, era morto in Germania. Quando Rina si iscrisse all’Associazione nazionale reduci, decise di registrare anche il figlio, Ermanno, nato nel 1942. Ermanno avrebbe conosciuto il padre solo tramite i ricordi della madre. Un esempio di come il ricordo degli IMI sarebbe stato confino per decenni nell’intimità delle singole famiglie.