Il 18 novembre 1943, nell’attuale via Bixio 45, viene inaugurata una nuova sala: il Cinema Teatro Ducale.
Grazie alla costruzione del locale da parte dell’Ingegnere Mario Cavallé, il Ducale si colloca come un luogo di aggregazione accessibile a tutti: “Per quanto la tradizione teatrale parmense, dovuta soprattutto alla passione ed al buon gusto lirico della massa popolare sia una realtà riconosciuta, si può dire in tutto il mondo, la nostra città mancava ancora di un ambiente nuovo, concepito cioè con criteri razionali e moderni che per la sua capienza potesse permettere alla classe operaia ed impiegatizia di assistere a buoni spettacoli in condizioni accettabili di comodità, senza dover ricorrere ad acrobazie finanziarie per giungere ad acquistare il biglietto d’ingresso”[1].
Il Ducale diventa il più grande cinema, con una capienza di 1600 posti (estendibile anche a 2000, in base alla disposizione delle sedute), con un palcoscenico dotato di 10 camerini e che può ospitare orchestre composte fino ai 45 membri. Il Teatro viene inaugurato con Madame Butterfly diretta dal Maestro Giuseppe Podestà e solo a dicembre incomincerà ad assumere la funzione di sala cinematografica.
Nel 1944, in segno di lutto per le perdite dei bombardamenti, il Ducale chiude e riapre il giorno successivo, il 12 novembre, con una recita domenicale della commedia L’Avochet Cicoria, dei fratelli Clerici.
Il Teatro rimane attivo e proietterà alla fine della guerra sia film anglo-americani come Il Grande Dittatore (Charlie Chaplin, 1940), sia film neorealisti come Paisà (Roberto Rossellini, 1946), accogliendo alle proiezioni anche Attilio Bertolucci in quanto critico cinematografico per la Gazzetta.
[1] Claudio Del Monte (a cura di), I cinematografi di Parma : 100 anni di cinema a Parma : 1880-1980 / Giuseppe Calzolari ; S.E.G.E.A., Parma, 1988, p. 119