Croce Rossa e Assistenza Pubblica

Nel 1930, per Regio Decreto avvenne l’assorbimento da parte della Croce Rossa Italiana delle Pubbliche Assistenze presenti sul territorio nazionale che non si erano erette in ente morale. Così avvenne per Parma: la locale Pubblica Assistenza (PA) venne accorpata al comitato provinciale della CRI. Tutte le dotazioni materiali della PA (quattro macchine, tre gabinetti medico chirurgici, tre barelle a mano e i medicinali) vennero trasferiti nel patrimonio della seconda istituzione. La sede fu stabilita nell’attuale piazza Barbieri 3 (allora Piazza Verdi), per poi spostarsi nel 1945 in via Alberto Riva 2. Il comitato provinciale della CRI durante la guerra prestava assistenza gratuita a feriti e sinistrati per i bombardamenti. Per pubblicizzare la nobile causa e stimolare le donazioni da parte della cittadinanza, il comitato, nel settembre 1943, sulle pagine della Gazzetta di Parma, faceva un resoconto della propria attività nel primo semestre dell’anno in corso: “la Pubblica Assistenza ha eseguito ben 1168 trasporti di infermi di cui 581 dentro il Comune. Quando suona l’allarme, sei squadre di pronto soccorso formate da militi del Comitato Provinciale e studenti di medicina si tengono a disposizione del Comando per far fronte ad ogni evenienza. Infermiere volontarie raggiungono i principali rifugi pubblici e ivi prestano la loro preziosa opera di assistenza sanitaria e morale; anche morale perché loro non mancano di rincuorare, di dare consigli, e se gli occorre di richiamare all’ordine ed al contegno gli indisciplinati, sempre ascoltate con manifesta stima dal pubblico.”[1]

Le infermiere crocerossine del comitato di Parma erano 42 e lavoravano come volontarie tra l’Ospedale Maggiore di Parma e quello di Salsomaggiore. Alcune venivano inviate a bordo delle navi-ospedale sui fronti di guerra, in Africa Orientale e in Grecia. La Croce Rossa si occupava inoltre, a titolo gratuito e sempre attraverso la figura delle crocerossine, della ricerca dei prigionieri, del servizio radiomessaggi per i civili in territorio nazionale occupato, dell’invio di sigarette e somme di denaro ai prigionieri di guerra. Negli ultimi mesi di conflitto il comitato provinciale della CRI di Parma manifestò sempre più difficoltà nel prestare soccorso alla popolazione: mancavano i mezzi per il mantenimento delle autolettighe e per la strumentazione medica. Non di rado, quindi, i cittadini si trovavano a ricever un servizio di assistenza pubblica inefficiente e elargito con forti ritardi.[2]

[1] La benemerita attività del comitato provinciale della CRI, in Gazzetta di Parma, 3- 09-1943, p.2.

[2]S. Taranto, “Benedetta città dove facilmente si esagera”: la guerra delle Croci, in L’esercito della carità. 150 anni di Croce Rossa Italiana a Parma tra slancio umanitario e radicamento nel territorio, a cura di A. Mastrodonato, MUP, 2017, pp.177-211.

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