Fino al 1926 ebbe luogo presso la struttura dell’Ospedale vecchio, in via D’Azeglio, per poi essere trasferito nella sede attuale, tra via Abbeveratoria e l’antica via Emilia Ovest (poi via Gramsci), con la capacità di più di 1000 letti. Il nuovo complesso dell’Ospedale Civile era composto da 18 padiglioni, dislocati tra loro, e comprendeva anche le cliniche universitarie. Durante la guerra l’ospedale lavorò a pieno regime, e intensificò il proprio operato a favore dei feriti e dei sinistrati per i bombardamenti soprattutto negli ultimi 20 mesi di conflitto, con l’inasprirsi degli attacchi aerei su Parma e provincia. Oltre al soccorso alle vittime di colpi di arma da fuoco, non mancavano gli interventi sui traumi “comuni” riportati dalla cittadinanza, episodi che la Gazzetta di Parma, raccontava quotidianamente sulle proprie pagine nella sezione “Cronaca della città”, contrassegnati da titoli quali “una serie di gravi disgrazie[1]” o “piccoli guai quotidiani”[2]. L’ospedale rimase danneggiato in alcuni punti durante i bombardamenti di inizio aprile 1945.[3]
[1] “Una serie di gravi disgrazie,”, in Gazzetta di Parma, 14-03-1945, p.2.
[2] “Piccoli guai quotidiani”, in Gazzetta di Parma, 1 aprile 1945, p.2
[3] “Bombe a mitraglia in città e provincia” in Gazzetta di Parma, 4-04-1945, p.2.