Palazzo della pilotta
Il Teatro Cinema Paganini nasce come Politeama Reinach; nel suo nome è iscritta la sua origine, questa struttura viene infatti fondata a seguito di una donazione del banchiere di Francoforte, Oscar Reinach, desideroso di ottenere un titolo nobiliare. Il progetto è affidato all’architetto Pancrazio Soncini che struttura il teatro come un semicerchio dotato di una gradinata, la struttura richiama le forme di un anfiteatro con quattro ordini di logge e palchetti. Lo spazio ampio era destinato a grandi spettacoli e includeva un atrio, caffè, guardaroba e sala d’attesa[1]. La fondazione del Reinach ha così inizio nel 1869 e, prima dell’arrivo del cinematografo, ospiterà ogni tipo di intrattenimento: dalla prosa all’opera, dall’operetta ai circhi equestri. Questo teatro ospiterà la prima proiezione della città nel 1896; in seguito, alternerà spettacoli filmici all’attività teatrale con una significativa pausa dal 1916 al 1923 in cui non verranno proiettati film ma la programmazione sarà dedicata esclusivamente a eventi dal vivo. Il Reinach diventa un simbolo della vita cittadina: L’Almanacco parmense del 1927 lo definisce il “ritrovo più popolare e più simpatico di Parma buontempona e amante del palcoscenico”[2]. Negli anni Trenta questo Cinema-Teatro alterna (qualche) film di propaganda fascista, come Camicia nera (G. Forzano, 1933) e Vecchia Guardia (A. Blasetti, 1934), a film stranieri dal sovietico Tempesta sull’Asia (1928, V. Pudovkin) ai film di John Ford. Nel 1938 si alternano, tra settembre e novembre, la screwball comedy di Howard Hawks Susanna (1938), l’umorismo surreale dei Fratelli Marx in Una notte all’opera (S. Wood, 1935) e il film coloniale Luciano Serra Pilota (G. Alessandrini, 1938). Il clima autarchico, e l’introduzione delle leggi razziali, influisce sulla nominazione del teatro: nel 1939, non si ritiene più opportuno che il Teatro sia intitolato a un banchiere “giudeo”[3] e si preferisce rinominarlo a Nicolò Paganini che, nelle parole del direttore, “se pur genovese di nascita, ha legato il suo nome, in modo precipuo ai più gloriosi fasti musicali di Parma”[4]. A seguito dell’ingresso dell’Italia nel conflitto, non ci sembrano essere sostanziali modificazioni nella programmazione: a luglio 1940, un mese dopo la dichiarazione di guerra, verrà proiettato un capolavoro hollywoodiano come Accadde una notte (F. Capra, 1934). La programmazione alterna film a spettacoli dal vivo: a titolo di esempio, l’11 luglio la commedia Adorabile nemica (R. Boleslawski, 1936) è abbinata a uno show della compagnia “Visi e maschere” con l’attore napoletano Dante Maggio. Sempre sul versante della rivista, negli anni seguenti il palco del Reinach ospiterà la compagnia dei Fratelli Clerici, quella del “nano” Cilien e anche il grande Totò. Nel 1942 l’Istituto nazionale di cultura fascista, insieme al Consolato generale germanico, organizza una rassegna di documentari bellici per rimarcare il legame tra i due paesi: l’evento inizia con l’esecuzione dei due inni e con un saluto al duce, il comandante Torreggiani pronuncia un discorso che sottolinea l’amicizia storica che lega il popolo italiano a quello tedesco e seguono dei brani musicali a cura della Corale del Gruppo Corridoni. Il 1943 vedrà alternarsi ancora spettacoli teatrali come la rivista della compagnia di Nino Taranto o lo spettacolo di Totò L’Orlando curioso a film, oggi considerati precursori del neorealismo, come Quattro passi tra le nuvole (A. Blasetti, 1942). Spettacoli di evasione (anche stranieri) continueranno anche dopo la cesura dell’8 settembre e durante l’occupazione tedesca: una pubblicità del film Forza, Giorgio (A. Kimmins, 1939) ordinava al pubblico “Ridete! Ridete! Ridete”. Nel 1944 il Paganini sbandiera sul giornale locale un rinnovamento delle strumentazioni tecniche di proiezione e acustiche ma la sua programmazione ibrida (cinema e teatro) verrà interrotta drammaticamente dai bombardamenti alleati che raderanno al suolo l’edificio il 13 maggio 1944.
[1] G. Calzolari, I cinematografi di Parma: 100 anni di cinema a Parma 1880-1980, S.E.G.E.A. Editore, Parma, 1988, p. 182.
[2] Si veda la voce “Teatro Reinach” in E. Massa, L’Almanacco parmense: strenna per l’anno 1927, Fresching, Parma.
[3] “Ronda in città. Reinach ovvero dell’eterna riconoscenza” in Corriere Emiliano, 11 gennaio 1939.
[4] “Ronda in città. Abbiamo il teatro “Nicolo Paganini” in Corriere Emiliano, 2 febbraio 1939.