Teatro del Collegio Maria Luigia

Borgo Lalatta 14

Il Teatro del Collegio si trova all’interno del Palazzo dell’Arena, ad oggi Convitto Nazionale Maria Luigia, denominazione che trae origine da Maria Luigia stessa la quale, sensibile ai problemi legati all’istruzione, unifica nell’anno 1831 i due collegi esistenti a Parma: il Collegio dei Nobili e il Collegio Lalatta. “Il primo più antico: molto più famoso ed elitario, fu fondato da Ranuccio I Farnese nell’ anno 1600 e fu inaugurato il 28 ottobre 1601. Il secondo più assistenziale e meno aristocratico, fu istituito per volontà del canonico Mons. Antonio Lalatta ed inizio la sua attività il 1° novembre 1755.”[1]

La direzione del Collegio Maria Luigia viene affidata ai Benedettini e l’attività viene svolta nel Palazzo Bernieri fino al 1834, anno in cui l’istituto viene trasferito nel palazzo Lalatta.

Cessata nel 1872 la gestione dei Rettori religiosi, ha inizio quella dei Rettori laici, senza però che vengano apportate modifiche alle finalità dell’ente. Il Collegio diviene, poi, Convitto Nazionale nel 1896.

Tra il 1821 e il 1829, Nicola Bettoli, architetto di corte, aveva ristrutturato e ampliato il palazzo, costruendo all’interno un teatrino. Il Ministero della Cultura lo descrive così: “L’accesso al teatro è dato da uno scalone monumentale e da due porte aperte su una luminosa galleria. La sala presenta pianta rettangolare con balconata a fascia continua che corre su tre lati in corrispondenza del secondo ordine e si congiunge al boccascena ornato di mensole elegantemente intagliate. Nel soffitto policromo Giovanni Gaibazzi ha raffigurato le arti maggiori tra putti e ghirlande di fiori, mentre sui muri perimetrali della balconata sono allineati entro finte nicchie busti monocromi di musicisti e poeti illustri. Il sipario originale, tuttora in loco e recentemente restaurato, è di Girolamo Magnani, scenografo del Teatro Regio, autore anche dell’unica scena superstite, raffigurante una boscareccia. Restano pure le originali graticciate, accessibili da scalette poste nel palcoscenico.”[2]

Durante il primo periodo della Seconda Guerra Mondiale, al fine di incitare la partecipazione ai combattimenti, vengono organizzate delle proiezioni dalle associazioni femminili fasciste, come ad esempio E adesso pover’uomo di Frank Borzage (1934). Ad un mese di distanza propongono anche Lampi sul Messico di Sergej Ėjzenštejn (1933) e Sotto i ponti di New York di Alfred Santell (1936).

Nel 1941 il Teatro viene concesso alle Damine della carità per organizzare due eventi di beneficienza per i soldati, con proiezioni e spettacoli tedeschi, dal titolo “Pro lana combattenti” al fine di supportare l’associazione dedicata all’ “assistenza sociale visitando e confortando sofferenti e bisognosi e lavorando alla confezione di indumenti destinati ai nostri valorosi soldati”[3].

Nel ’41 anche il Cine-Guf si sposta al Maria Luigia e proietta Il traditore di John Ford (1935), con l’obbiettivo di mettere in cattiva luce i britannici.

[1] https://www.marialuigia.edu.it/pagine/la-storia (ultima consultazione gennaio 2023)

[2] https://cultura.gov.it/luogo/teatro-del-convitto-nazionale-maria-luigia (ultima consultazione gennaio 2023)

[3] Corriere Emiliano, 8 marzo 1941, p.3 consultabile al sito web https://archiviogazzettadiparma.medialibrary.it/media/schedadl.aspx?id=19410308-186-0058 (ultima consultazione gennaio 2023)

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